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Parliamone

aprile 5, 2012

di Andrea Testa

La scuola. Piacevole alle elementari, sopportabile alle medie, spesso odiata alla superiori. Poi arriva l’università e si apre un nuovo mondo. Lezioni senza l’obbligo di frequenza tolgono le catene che ci legavano da un vita al nostro banco. Nuova gente, nuove esperienze, nuovi spazi e nuove cose da fare, il tutto mentre il resto del mondo ti pensa a studiare diligentemente.

Si discute sempre di scuola e in particolare di università. Riforme, organizzazione, baroni, nepotismo ecc. Tra l’altro è di pochi giorni fa lo scandalo riguardante il rettore dell’università La Sapienza di Roma che grazie alla sua posizione avrebbe sistemato, professionalmente parlando, moglie e figli(garantendo cattedre e addirittura un’unità di ricerca nuova di zecca creata per l’occasione). In Italia la scuola diventa l’ennesimo pretesto per piangerci addosso. Il sistema scolastico non ci piace perché abbiamo una percezione e una visione sbagliata di esso. Viviamo l’università (e la scuola in generale) come se fosse un parcheggio provvisorio, una tappa che ha come unico scopo quello di darci nozioni utili per la nostra vera vita, quella che inizierà fuori dalle aule, il lavoro.

Stiamo in attesa, abbiamo il tempo di fare qualche lavoretto sottopagato e allo stesso tempo rimandiamo il problema dell’assunzione e dell’occupazione. Dovremmo capire invece che la scuola è un luogo di incontro e di condivisione di idee. Rapporto tra studenti che discutono, si informano e pensano con la propria testa ma rapporto anche tra studenti e professori che dovrebbero istruire e preparare  il futuro cittadino prima ancora del futuro avvocato,economista, medico ecc.

Il primo obbiettivo di un buon sistema scolastico non è quello di impartire nozioni sterili e concetti ma quello di formare una persona che con quelle nozioni e con quei concetti dovrebbe avere una base solida per sviluppare una propria coscienza critica. Si dice sempre che cultura significa libertà ma bisognerebbe capire che per cultura non si intende un insieme di dati che ci sono stati insegnati o che abbiamo appreso su dei libri bensì la capacità di decidere, di valutare, la possibilità e il potere di criticare e di mettere in discussione, di dubitare o di sostenere una tesi.

Ecco perché dovrebbe essere essenziale il potenziamento (specialmente a livello universitario) di strumenti come i dibattiti, le conferenze ed  ogni altro mezzo di diffusione di idee e pensieri. Facciamo in modo che nelle università possa arrivare la politica intesa però non come misera propaganda elettorale di questo o di quel partito ma come discussione sulla vita sociale del paese. Si parli di costituzione, di organizzazione dello stato, del mercato del lavoro, di fuga di cervelli , di pensioni , di ingiustizie sociali e di tante altre cose ma si dia soprattutto spazio alle idee. Qualcuno ha detto che i giovani non sono scatole da riempire ma fiaccole da accendere e ritengo che questa frase condensi quello che noi studenti dovremmo capire riguardo la nostra vita universitaria.

La scuola non è la sala d’attesa del lavoro ma è il primo spazio di circolazione delle idee e di conseguenza può essere il primo avamposto per cambiare le cose.

Essendo poi nell’era della globalizzazione che facilita gli scambi non solo di merci ma anche di pensieri tutto il discorso assume più senso.

Concludendo voglio postare i  due video, diversi ma centrati sullo stesso argomento, che sono stati alla base di tutto questo discorso. Dopo averli visti infatti ho cominciato a riflettere  sull’importanza di una sana riflessione critica e inspiegabilmente  mi è venuto da pensare che la scuola dovrebbe avere lo stesso effetto che il video ha avuto su di me…farci pensare.