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Rapimento e riscatto

marzo 29, 2012

di Emanuele Rizza

Erano i primi giorni di settembre 2011. Camminavo insieme a te per Viale Innovazione e ti rapirono proprio sotto i miei occhi. All’improvviso. Un furgone bianco arrivò e ti portò via, nella nebbia di quella mattina.
Di te non se ne è saputo più nulla, fino alla fine del mese, quando i tuoi rapitori mi scrissero: “Dacci 600 euro se vuoi rivederlo vivo. Facci un bollettino MAV, intestato a Università degli Studi Milano-Bicocca”.
Io subito pensai: “Che strani sequestratori”.
Pagai, ovviamente. Ma loro non lo liberarono e di nuovo non se ne seppe più nulla. La polizia brancolava nel buio, avevano fermato un paio di persone, tra cui il paninaro davanti l’U7 ma era chiaro che nessuno sapesse nulla.

Erano dei veri professionisti.

Quel giorno però, quel maledetto giorno, mi arrivò una mail da parte loro. Mi dicevano: “Portaci una tua foto, altrimento lo tagliamo in mille pezzi”. Che fine orrenda lo aspettava. L’appuntamento era vicino l’U21 di Via Temolo, lasciai lì la mia foto, come dissero loro, sperando che questa storia sarebbe così finita presto. E invece cosi non fu.

I giorni passavano senza di te, le lacrime scendevano dal mio volto e nessuno poteva consolarmi. Mi mancavi. Le gioie che ricevevo dal mio percorso universitario non potevo condividerle insieme a te.

Loro me lo impedivano e io non potevo fare niente.

Il 23 marzo mentre facevo colazione, alla televisione diedero questa notizia: “Dopo un lungo conflitto a fuoco, le teste di cuoio della Polizia hanno fatto oggi irruzione nella sede di Milano della Banca Popolare di Sondrio, e hanno liberato l’ostaggio che da settembre era stato rapito. Sono state arrestate anche diverse persone.”

Fu così che ho potuto finalmente abbracciare, dopo 360 giorni di sequestro, il MIO BADGE UNIVERSITARIO.

 

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